Verbo

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  1. Shining Star.
     
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    Verbo



    Un verbo è una parte del discorso variabile che denota azione ("portare", "leggere"), occorrenza ("decomporsi", "scintillare"), o uno stato dell'essere ("esistere", "vivere", "stare").

    Di seguito sono elencate le norme della grammatica italiana.

    I Modi e i Tempi



    Le diverse modalità con le quali può avvenire un'azione vengono rese con i diversi modi verbali. Sono sette i modi della lingua italiana.

    I Modi Finiti



    I modi finiti si chiamano così perché le loro desinenze definiscono sempre una persona (prima, seconda o terza) e un numero (singolare o plurale).

    Indicativo
    È il modo della realtà, della sicurezza, della certezza. Ha otto tempi: quattro semplici (presente, imperfetto, passato remoto, futuro semplice), chiamati così perché non hanno bisogno di un verbo ausiliare, e quattro composti (passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro anteriore), che invece necessitano di un ausiliare.

    Congiuntivo
    il modo della possibilità, dei desideri, delle opinioni. Ha quattro tempi: due semplici (presente, imperfetto) e due composti (passato, trapassato).

    Condizionale
    È il modo delle azioni che avvengono a una data condizione. Ha due tempi: il presente, (semplice) e il passato, (composto).

    Imperativo
    È il modo delle richieste, degli ordini, degli inviti. Ha solo la seconda persona (tu e voi) e un solo tempo, il presente. Alcune grammatiche contemplano un imperativo futuro del tutto identico al futuro semplice dell'indicativo.

    Modi Indefiniti



    Questi modi non permettono di identificare la persona e il numero (fatta eccezione per il participio, in cui si può distinguere il singolare dal plurale).

    Infinito
    È la forma base del verbo. Si usa in dipendenza da un altro verbo (p. es.: Sai guidare una motocicletta?), ma si può usare anche come verbo principale per indicare ordini, desideri, eccetera (p. es.: Uscire, uscire fuori, subito!). Ne esistono il tempo presente ("riflettere") e passato ("aver riflettuto").

    Participio
    È simile a un aggettivo e, per questo, può indicare il numero e talvolta anche il genere (p. es., il participio mangiata indica un femminile singolare). Si usa con i verbi ausiliari nella costruzione dei tempi composti. Ha due tempi, il presente ("riflettente") e il passato ("riflettuto").

    Gerundio
    Si usa nelle subordinate per esprimere un certo tipo di rapporto con la reggente. Ha due tempi: il presente ("riflettendo") e il passato ("avendo riflettuto").

    Coniugazione dei Verbi



    Ci sono tre modelli diversi per la flessione dei verbi: questi modelli, chiamati coniugazioni, si distinguono dalla vocale tematica (ovvero quella all'inizio della desinenza) dell'infinito presente. Le tre coniugazioni, in italiano, sono:

    * la prima (-are);
    * la seconda (-ere), composta per la maggior parte da irregolari;
    * la terza (-ire);
    * i verbi essere e avere hanno una coniugazione propria.

    Esistono tre modi di coniugare i verbi:

    * per esprimere un'azione compiuta dal soggetto, si coniugano i verbi nella forma attiva;
    * per esprimere un'azione subita dal soggetto, si usa la forma passiva, formata dal verbo essere (o, in certi casi, venire, andare, finire, restare), seguito dal participio passato del verbo;
    * per esprimere un'azione che è compiuta dal soggetto e che termina sul soggetto stesso, si usa la forma riflessiva, in cui il verbo è preceduto da una delle particelle mi, ti, si, ci, vi. La forma riflessiva a sua volta può essere:
    o propria: soggetto e complemento oggetto coincidono ("Piero si veste").
    o apparente: le particelle mi, ti, si, ci, vi non svolgono la funzione di complemento oggetto, ma di complemento di termine ("Piero si asciuga i capelli" = "Piero asciuga i capelli a sé", dove "i capelli" è il complemento oggetto e "si" = "a sé" è il complemento di termine).
    o reciproca: l'azione è compiuta e subita scambievolmente da due soggetti ("Piero e Carlo si salutano" = "Piero saluta Carlo e Carlo saluta Piero").
    o Attenzione: alcuni verbi hanno una forma pronominale che è simile a quella riflessiva ma non c'entra affatto: le particelle mi, ti, si, ci, vi fanno parte del verbo stesso. Per esempio, "Piero si pente" non significa "Piero pente se stesso": infatti "pentirsi" è un verbo che ha la forma pronominale.

    Verbi Regolari e Verbi Irregolari



    I verbi che seguono fedelmente il modello della propria coniugazione sono detti regolari. Quelli che cambiano, per alcuni tempi, o la radice o la desinenza o addirittura entrambe sono quelli irregolari: per esempio, andare, all'indicativo presente, diventa io vado; "uscire", all'indicativo presente diventa "io esco".

    Verbi Difettivi e Verbi Sovrabbondanti


    I verbi difettivi sono quei verbi che mancano totalmente di alcune voci verbali o di interi tempi. Per esempio:

    * addirsi (si addice, si addiceva, ...)
    * fervere (ferve, fervono, ferveva, ...)
    * incombere (incombe, incombono, incombeva, ...)
    * solere (suole, sogliamo, solevo, è solito, ...)
    * urgere (urge, urgono, urgeva, urgeranno, ...)
    * vertere (verte, vertono, verteva, verterà, ...)
    * vigere (vige, vigeva, vigerà, vigente, ...)
    * competere (compete, competeva, competerà, competente, ...)
    * tangere (tange, tangeva, tangerà, tangente, ...)
    * soccombere (soccombe, soccombeva, soccomberà, soccombente, ...)
    * dirimere (dirime, dirimeva, dirimerà, dirimente, ...)
    * prudere (prude, prudeva, pruderà, ...)
    * angere (ange, angere).

    I verbi sovrabbondanti sono quelli che, mantenendo lo stesso significato, hanno due desinenze diverse per l'infinito presente e quindi appartengono a due coniugazioni diverse. Il classico esempio è quello del verbo starnutare/starnutire. Attenzione, però: alcuni verbi sono apparentemente sovrabbondanti, perché le due forme hanno significati diversi. Per esempio, arrossare vuol dire "rendere rosso", mentre arrossire significa "diventare rosso".

    Verbi Predicativi e Verbi Copulativi



    Sono predicativi i verbi che hanno un significato autonomo, formando quello che in sintassi viene definito "predicato verbale". La maggioranza appartiene a questa categoria.

    Sono copulativi quei verbi che non hanno un significato autonomo e che lo acquistano solo in presenza di un aggettivo e/o di un sostantivo. Il verbo copulativo per eccellenza è essere, che, quando viene unito al nome o all'aggettivo (parte nominale), viene definito copula.

    "Cristoforo Colombo fu un navigatore". "Fu un navigatore" viene definito predicato nominale, "fu" è la copula e "un navigatore" è la parte nominale.

    Anche altri verbi possono essere copulativi (sembrare, apparire, crescere, risultare, diventare, etc.) quando hanno bisogno di un nome o di un aggettivo per completare il loro significato.

    "Pierino è diventato grande". Se dicessi "Pierino è diventato", ciò non avrebbe senso; la parola "grande" completa il significato, per cui si dice che essa è il complemento predicativo del soggetto.

    È da notare che secondo alcuni grammatici solo essere è da considerarsi come un copulativo.

    Sono verbi copulativi anche: sembrare, parere, diventare, divenire,nascere, vivere, morire,andare,ecc.

    Possono inoltre reggere un complemento predicativo del soggetto, ma solo se coniugati nella forma passiva, i verbi: _appellativi: soprannominare, chiamare, dire, ecc.(es:la città di New York è soprannominata la "Grande Mela") _elettivi: eleggere, creare, nominare,ecc.(es: Mio zio è stato eletto sindaco) _estimativi: giudicare, credere, nominare, ecc. (es: L'imputato fu giudicato innocente) _effettivi: fare, rendere, ecc. (es: Quell'autore è stato reso celebre dal suo primo romanzo)

    C'è un caso particolare, nel quale il verbo essere prende il significato di esistere. Per esempio, nella frase: ":Dio è" Il verbo essere indica che il soggetto(dio) esiste in quanto persona reale e non ha quindi bisogno di alcun aggettivo e/o sostantivo.

    Verbi Transitivi e Verbi Intransitivi



    Un verbo è transitivo quando l'azione "transita" direttamente su qualcosa o qualcuno; in altre parole, quando il verbo può reggere un complemento oggetto.

    Il verbo "dirigere", per esempio, è transitivo perché regge un complemento oggetto come "un'azienda", "un'orchestra", "il traffico", eccetera.
    Il verbo "nuotare", invece, è intransitivo perché non può reggere in alcun modo un complemento oggetto.

    Alcuni verbi transitivi, in certi casi, possono avere un significato intransitivo.

    Possiamo dire: "Piero legge il quotidiano", ma possiamo dire soltanto: "Piero legge", per dire che è impegnato nell'attività della lettura.
    Analogamente si può dire: "Baglioni canta Questo piccolo grande amore", ma se togliamo il complemento oggetto, resta "Baglioni canta", il che significa che l'attività di Baglioni è cantare.

    Viceversa, alcuni verbi intransitivi possono avere un complemento oggetto (detto complemento oggetto interno) che ha la stessa radice del verbo o che comunque ha una correlazione con esso.

    Ha vissuto una vita intensa. ("Vivere" e "vita" hanno la stessa radice.)
    Egli pianse lacrime amare. (Fra "piangere" e "lacrime" c'è un nesso di significato.)

    Verbi Impersonali



    I verbi impersonali sono i verbi che esprimono un'azione che non può essere attribuita a un soggetto preciso e che per questo si usano alla terza persona singolare.

    Sono propriamente impersonali:

    * i verbi che indicano condizioni atmosferiche o altri eventi naturali: piove, tuona, grandina, nevica, albeggia, fa caldo, eccetera;
    * i verbi costruiti dalla particella si e dalla terza persona singolare del verbo in questione: "Si mangia bene da queste parti", "Solitamente non si studia volentieri".

    Altri verbi sono impropriamente impersonali perché il loro soggetto è un'intera proposizione subordinata (soggettiva). Essi sono:

    * i verbi che indicano necessità, accadimento, apparenza: "Bisogna partire sùbito", "Accadde che franò la montagna", "Sembrava che tutto fosse perfetto".
    * le locuzioni formate da essere, andare o stare, seguito da un aggettivo (è giusto, è necessario, è bello), da un sostantivo (è ora, è tempo) o da un avverbio (va bene, è male).
    * i verbi come dire, pensare, suggerire, ritenere, vociferare, pensare alla terza persona singolare preceduti dal si e seguiti da una subordinata soggettiva: "Si pensa che gli spinaci siano ricchi di ferro", "Si vociferava che i Rossi fossero in procinto di traslocare".

    Verbi Servili



    Sono servili o modali i verbi che, se premessi all'infinito di un altro verbo, gli danno una sfumatura in più, e non alterano quindi in alcun modo la frase, lasciando invariato il significato. Letteralmente essi "servono" ad altri verbi per entrare nello specifico. I verbi servili della lingua italiana sono: dovere, potere, volere, solere, sapere.

    Verbi Fraseologici



    I verbi fraseologici sono quelli che, posti prima di un verbo all'infinito, ne precisano un aspetto temporale. Qualche esempio: comiciare a, stare per, iniziare a, mettersi a, persistere nel, continuare a, smettere di, finire di, eccetera. Un fraseologico particolare è quello formato dal verbo stare seguito dal gerundio.

    Verbi Causativi



    I verbi causativi indicano che l'azione è causata dal soggetto, ma che non la compie lui direttamente. I due causativi della lingua italiana sono fare ("Ci hanno fatto aspettare per cinque ore" dove il soggetto è "loro", ma l'azione di aspettare è compiuta da "noi") e lasciare ("Carlo ha lasciato dormire in pace Piero" dove il soggetto è "Carlo", ma l'azione del dormire è compiuta da "Piero").

    Verbi Performativi



    I verbi performativi esistono solo alla prima persona singolare del presente indicativo e sono così definiti perché il pronunciarli equivale a compiere l'azione che essi descrivono, ovvero per compiere l'azione che essi descrivono bisogna pronunciarli. Giuro di aver detto la verità, Prometto di venire al più presto, Nego ogni cosa sono tutti esempi di funzione performativa del verbo. È sufficiente cambiare soggetto, Roberto giura di aver detto la verità, Tu prometti, ma non mantieni, Voi negate l'evidenza, o tempo verbale, Giuravo di aver detto la verità, per verificare come i verbi giurare, promettere e negare perdano la loro funzione performativa e assumano quella costativa o descrittiva, in quanto dire giura, prometti, negate e giuravo, non serve per compiere l'azione, ma per descriverla (notare che dire io corro anche nell'atto del correre mi serve per descrivere l'azione, ma non per compierla). Altri verbi che alla prima persona del presente indicativo assumono funzione performativa sono per esempio: dire, ammettere, affermare, etc.

    Fonte: wikipedia

    Verbi Ausiliari



    I verbi essere e avere si usano nella formazione delle voci dei tempi composti di tutti gli altri verbi: in questi casi si dicono verbi ausiliari (perché sono d'ausilio per gli altri verbi).

    Per i verbi transitivi, bisogna usare sempre l'ausiliare avere ("Io ho ascoltato la musica", "Piero ha letto il racconto"), mentre i verbi riflessivi e molti intransitivi (specialmente quelli che esprimono un movimento, uno stato in luogo o un cambiamento di stato) vogliono l'ausiliare essere ("Noi siamo andati a Reggio Calabria"). In caso di dubbi, è comunque meglio consultare il dizionario.
     
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  2. rosymaria
     
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    scusate sono una nuova iscritta e vorrei avere un parere:
    l'altro giorno parlavo con mio marito e pensavamo al fatto che la nostra bimba di 3 anni non ha mai preso l'aereo. la frase che ho usato è stata questa (sicuramente errata, non so):

    " chissà se eleonora avrebbe paura dell'aereo se lo prendesse".....
    mio marito inorridito mi dice che la frase corretta è:
    "chissà se eleonora avesse paura, se prendesse l'aereo"........ ancora più inorridita gli dico che secondo me è lui a sbagliare. la frase può certamente essere impostata in modo diverso per non incappare in errori verbali, ma secondo voi chi ha ragione tra noi? e se nessuno dei due ha ragione, qual'è la frase corretta?
    grazie.
     
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  3. Shining Star.
     
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    la frase giusta è
    chissà se eleonora avrebbe paura dell'aereo se lo prendesse
    oppure, volendola fare nell'asse del passato,
    chissà se eleonora avrebbe avuto paura dell'aereo se lo avesse preso

    In generale la costruzione con chissà se..se richiede
    chissà se+condizionale (presente - passato)
    se + conginutivo (imperfetto - trapassato prossimo)
    ^^

    Anche nelle costruzioni simili come "mi chiedo se", quando in seguito c'è un altro "se", allora la frase retta da "mi chiedo se" / "chissà" usa il condizionale,essendo non un'ipotetica ma un'interrogativa indiretta, mentre invece la frase introdotta dal secondo "se" usa il congiuntivo essendo un'ipotetica che richiede obbligatoriamente quel modo
     
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  4. chiarona99
     
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    per favore analizzami queste frasi urgentemente
    che voi foste stati-che io parlassi-che noi abbiamo-che egli abbia parlato-che voi foste-che essi parlassero-che voi parlaste-che egli abbia avuto-che io sia-che voi abbiate (sono in 5° elementare quindi cerca di mettermi cose di 5 elementare)
     
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  5. ugos
     
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    sognavano,scrissero,leggete,mangerò,ballerebbe,ho scritto,ebbero aspettato,avrete letto,parlare,ballando
     
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  6. giorgia 96
     
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    se tu fossi bravo io sarei contento
     
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  7. grammy
     
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    ho un dubbio su come analizzare la seguente frase con il verbo all'infinito:
    "ho deciso di prendere quel quaderno"
     
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  8. mautar
     
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    prepararle trascorrere apparve disse preparato rabbuiò divenne triste scoppiò scomparve ritornò rispondi fatto accadde terza decise fare preparare posò apparve rispose farai sarò sei riposare serviva illuminava prese hai rotto immaginate fecero castello nozze

    CITAZIONE (mautar @ 9/12/2010, 08:31) 
    prepararle trascorrere apparve disse preparato rabbuiò divenne triste scoppiò scomparve ritornò rispondi fatto accadde terza decise fare preparare posò apparve rispose farai sarò sei riposare serviva illuminava prese hai rotto immaginate fecero castello nozze

     
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  9. astra
     
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    lo faccio solo con te o lo faccio solo con te
     
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  10. Xeratul
     
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    Mi aiutereste a fare l'analisi grammaticale di 30 verbi? P.S. Sono facili. Nell'analisi ci devo inserire:
    Coniugazione, modo, tempo, persona, numero, genere (transitivo/intransitivo) (questi primi li so), forma
    (attivo,passivo,riflessivo), particolarità formale (impersonale, servile, fraseologico, difettivo, (sovrabbondante, irregolare).(Nella forma e nella particolarità formale mi potreste aiutare??? :unsure: :rolleyes: Perfavore fatemi con tanta gentilezza questi verbi: :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
    sono,crede,dimostrare,voglio raccontare,commovente,teneva,filavano,decise,credendo,amino,pensando,
    fare,prese,giunto,diede,essere caduto,mangiava,giocava,stava,scomparve,cercò,era diventato,fece,
    abbaiando,era,era andato,riprendere. (Ci saranno alcuni doppioni scusate, ma aiutatemi :unsure: :unsure: !!Vi prego, anche se ne fate metà, a me va benissimo ma già il 50% è fatto...)

    Grazie, Xeratul.
     
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  11. Xeratul
     
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    [CENTER]<div style="float: left; margin-right: 10px">[SPOILER][SPOILER][/SPOILER][/SPOILER]</div>[/CENTER]

    CITAZIONE (mautar @ 9/12/2010, 08:41) 
    prepararle trascorrere apparve disse preparato rabbuiò divenne triste scoppiò scomparve ritornò rispondi fatto accadde terza decise fare preparare posò apparve rispose farai sarò sei riposare serviva illuminava prese hai rotto immaginate fecero castello nozze

    CITAZIONE (mautar @ 9/12/2010, 08:31) 
    prepararle trascorrere apparve disse preparato rabbuiò divenne triste scoppiò scomparve ritornò rispondi fatto accadde terza decise fare preparare posò apparve rispose farai sarò sei riposare serviva illuminava prese hai rotto immaginate fecero castello nozze

     
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    Se hai ancora bisogno dell'analisi dei verbi fammi sapere.. (:
     
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