Gratis Free Logical Analisys

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  1. mirofra
     
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    Francesco,ragazzo di grande intelligenza, ha risolto il problema con facilità
     
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  2. Shining Star.
     
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    Ciao le richieste di analisi logica vanno fatte qui ANALISI LOGICA ONLINE
     
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  3. zANNA97
     
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    Lo straniero era un mastro cantore: dalla carnagione scura si capiva che aveva visto altri cieli; diceva di venire dalla lontana Boemia e chiedeva ospitalità solo per una notte. Rimase quella notte e poi altri giorni e altre notti ancora, perché la tempesta non accennava a placarsi e l'antico castello era scosso fino alle fondamenta, come se le raffiche di vento lo volessero sradicare, facendo precipitare la sua corona di merli nelle acque schiumanti del torrente. Per ingannare il tempo, cantava strane poesie che turbavano il cuore, ispirando pensieri folli; per tutta la durata del canto, un corvo nero e lucente come giaietto gli stava appollaiato sulla spalla; battendo il tempo col suo becco d'ebano e, scuotendo le ali, pareva applaudire. Edwige impallidiva, impallidiva come i gigli al chiaro di luna; Edwige arrossiva, arrossiva come le rose dell' aurora, e si lasciava languidamente cadere nell'ampia poltrona, ebbra, come morta, come avesse aspirato il profumo fatale dei fiori che fanno morire. Finalmente il mastro cantore potè ripartire; un tenue sorriso azzurro era venuto a rischiare il volto del cielo. Da quel giorno, Edwige, la bionda Edwige non fa che piangere seduta accanto alla finestra. Edwige è madre; ha un bel bambino, bianco e roseo. Il vecchio conte Lodbrog ha ordinato al fonditore l’altare d’argento e ha dato all’orfano mille monete d’oro in una borsa di pelle di renna per fondere il ciborio; sarà grande e massiccio, conterrà un gran quantità di vino. Il prete che riuscirà a vuotarlo potrà dire di essere un buon bevitore. Il bambino è bianco e roseo, ma ha lo sguardo nero dello straniero: sua madre sen’è accorta. Ah ! Povero Edwige ! Perché hai guardato cosi a lungo lo straniero, con la sua musica e il suo corvo ?... Il cappellano battezza il bambino: lo hanno chiamato Oluf, un bel nome ! L’astrologo sale sulla torre più elevata per fargli l’oroscopo. L’aria è gelida e tersa: simile alla mascella di un lupo selvaggio dai denti aguzzi e bianchi, un profilo seghettato di montagne coperte di neve morde l’orlo della veste del cielo; stelle grandi e pallide brillano nel blu intenso della notte come soli d’argento. L’astrologo misura l’altezza, annota l’anno, il giorno, il minuto; fa calcoli interminabili con l’inchiostro rosso su una pergamena punteggiata di segni cabalistici, rientra nello studio, riasale sulla specola, eppure non ha sbagliato niente, il tema natale è preciso come una bilancia per pesare l’oro e le pietre preziose; ricomincia nuovamente: eppure non ha fatto errori. Il piccolo conte Oluf ha una stella doppia, una verde e una rossa, verde come la speranza, rossa come l’inferno; una è fausta, l’altra disastrosa. Si è mai visto un bambino con una stella doppia ? Con aria grave e compassata l’astrologo entra nella stanza della puerpera e le dice, accarezzandosi con le dita ossute le onde fluenti della barba da mago. Contessa Edwige e voi, conte Lodbrog, due influssi hanno presieduto alla nascita di Oluf il vostro amatissimo figliolo: uno buono e uno cattivo. Poiché ha una stella verde e una rossa, è sottoposto a un duplice ascendente, sarà molto felice o molto infelice, non so quale delle due ipotesi sia vincente; forse lo sono entrambe. Il conte Lodbrog rispose al dottore: La stella verde avrà il sopravvento. Ma Edwige in cuor suo temeva che fosse la stella rossa a prevalere. Appoggiò nuovamente il mento alla mano, il gomito al ginocchio e si rimise a piangere nel vano della finestra. Dopo aver allattato il bambino, la sua unica occupazione era guardare attraverso i vetri la neve che scendeva fitta in grandi fiocchi, come se nel cielo qualcuno avesse spiumato le ali candide di tutti gli angeli e i cherubini. Ogni tanto davanti ai vetri passava un corvo, gracchiando e scuotendo tutto quel pulviscolo d’argento. E a Edwige tornava in mente lo strano corvo appollaiato sulla spalla dello straniero dal dolce sguardo di tigre, dall’affascinante sorriso di serpente. E lacrime sempre più fitte le rigavano le guance, scendendole dagli occhi fin sul cuore, un cuore trafitto da parte a parte. Il piccolo Oluf è un bambino molto strano: sembra che la sua pelle bianca e rosa racchiuda due bimbi dal carattere opposto; un giorno è buono come un angelo, un altro cattivo come il diavolo, morde il seno alla madre, strazia con le unghie il volto della governante. Il vecchio conte Lodbrog sorride sotto i suoi baffi grigi e dice che Oluf sarà un ottimo guerriero, perché è di umore bellicoso. Fatto sta che Oluf è una piccola canaglia insopportabile: ora piange, ora ride; è capriccioso come la luna, lunatico come una donna; va, viene, si ferma senza motivo, lascia a metà quel che ha cominciato e all’agitazione più turbolenta succede l’immobilità più totale; anche quando è solo sembra rivolgersi continuamente a un invisibile interlocutore ! Quando gli chiedono il motivo di tutta quell’agitazione, dice che la stella rossa lo tormenta. Come volano i mesi e gli anni ancor di più ! Ormai Edwige riposa sotto le arcate tenebrose della cripta dei Lodbrog, accanto al vecchio conte, che sorride dalla bara per non aver visto perire il proprio nome. Lei era già talmente pallida che la morte non l’ha molto cambiata. Sulla sua tomba c’è una bella statua distesa, con le mani giunte e i piedi appoggiati a un levriero di marmo, fedele compagno dei trapassati. Quel che ha detto Edwige nella sua ultima ora, nessuno lo sa, ma il prete che l’ha confessata era ancor più pallido della morente. Oluf, il figlio bruno e biondo della sconsolata Edwige ha vent’anni ormai. E’ abilissimo in tutti gli esercizi fisici, nessuno tende meglio l’arco; spacca in due la freccia tremolante che ha appena sconficcato al centro del bersaglio; senza morso né speroni doma i destrieri più selvaggi. Il conte Oluf di Lodbrog è questo il suo titolo da quando è morto il vecchio conte, parte a cavallo, accompagnato dai suoi due enormi cani, Murg e Fenris: il giovane signore dalle palpebre infuocate da un appuntamento e forse dall’alto della piccola torre appuntita come una guaita, già si china sul balcone scolpito, nonostante il freddo e il vento, una fanciulla inquieta che si sforza di distruggere nel bianco della pianura, il pennacchio del suo cavaliere. Oluf, sul suo cavallo dalla fattezze d’elefante, a cui strazia i fianchi a colpi di sperone, avanza nella campagna; attraversa il lago che il freddo ha trasformato in un unico blocco di ghiaccio, in cui i pesci stanno incastonati, con le pinne aperte come fossili nel marmo; i quattro ferri uncinati del cavallo aderiscono saldamente alla dura superficie; una bruma esalata dal sudore e dal fiato lo avvolge e lo segue; sembra galoppare dentro una nuvola; i due cani, Murg e Fenris, ai lati del padrone, soffiano dalle narici rosso sangue lunghi getti di vapore come animali fantastici. Che spettacolo affascinante il bosco di betulle ! Tutti i rami sono avvolti da un soffice velo di brina, i fuscelli più minuscoli si disegnano bianchi sull’aria scura: sembra un’immensa filigrana, una madrepora d’argento, una grotta carica di stalattiti; le ramificazione e i fiori bizzarri creati dal gelo sopra i vetri non hanno disegni più complicati e vari. Messer Oluf, quanto avete tardato ! Avevo paura che l’orso di montagna vi avesse sbarrato la strada o che gli elfi vi avessero invitato a danzare ! disse la giovane castellana facendo sedere Oluf in un’ampia poltrona di quercia dentro il vano del camino. Ma perché siete venuto con un amico a questo nostro appuntamento galante. Avevate paura di attraversare da solo la foresta ? Di che amico stai parlando, fiore della mia anima ? rispose Oluf tutto sorpreso alla giovane castellana. Del cavaliere con la stella rossa che vi portare sempre appresso. Quello nato da uno sguardo del cantore gitano, lo spirito funesto che vi possiede; liberatevi di lui o non ascolterò le vostre profferte d’amore; non posso essere la donna di due uomini. Oluf ebbe un bel protestare, non riuscì nemmeno a baciare il roseo mignolo della bella mano di Brenda; se ne andò scontento, deciso a combattere il cavaliere con la stella rossa se mai gli fosse capitato di incontrarlo. Malgrado l’accoglienza severa di Brenda, il giorno dopo Oluf riprese la strada del castello con le torrette simili a garitte: gli innamorati non si arrendono facilmente. Galoppando si diceva: “ Forse Brenda è pazza; cos’intende quando parla del cavaliere con la stella rossa ?” Infuriava la tempesta; nel turbinare della neve si riusciva a malapena a distinguere il cielo dalla terra. Una spirale di corvi, nonostante i latrati di Fenris e Murg, che saltavano in altro per afferrarli, volteggiava sinistra sopra il pennacchio di Oluf. Alla loro testa volava lo stesso corvo lucente come giaietto che batteva il tempo sulla spalla del cantore gitano.


     
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  4. Agny Smile
     
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    1 Mi chiedo se Tommaso è in grado di affrontare questa fatica
    2 Vorrei sapere se l'ufficio è aperto sabato mattina
    3 Il cameriere domandò se volevo il caffè o il cappuccino
    4 Chiara non ricordava più quali fossero le opere di Leopardi
    5 La mamma vorrebbe sapere a che ora è previsto il nostro ritorno
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    14 Luciana mi ha chiesto chi era quel ragazzo che ieri parlava con me davanti alla scuola
    15 Mi domando dove sistemare lo scatolone che contiene le statuine del presepio
    16 Sono incerta se mi convenga chiedere un prestito alla banca
    17 Lo chef mi ha chiesto se mi piaceva l'aragosta
    18 Matteo non sa dove andare
    19 Non sappiamo se Marco e Gabriele saranno in piscina
    20 Ero incerto se parlare o tacere
    21 Mi chiedo se partecipai al corso di cucito
    22 I miei genitori si chiedevano se gli ospiti stessero arrivando.
    Grazie in Anticipoooooooo !!!!
     
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  5. valepingu99
     
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    Il gatto stava sul tetto aspettando che il sole sorgesse
     
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  6. Raffy_
     
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    I musulmani leggono il corano , il libro sacro dell'islam
    Il fiume Pò è lungo 652 km
    Dante il celebre autore della divina commedia è nato nel 1265
    Secondo molti la Corrida è uno spettacolo crudele
    Federico Barbarossa fu eletto imperatore nel 1155
    Il poeta latino Catullo dedicò molte poesie a Lesbia
    Leopardi ha scritto una famosa raccolta di poesie


    Per favore entro oggi l'analisi logica di queste frasi ;)
     
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5 replies since 30/12/2009, 19:05   590 views
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